Arrivando a Ferrara in barca
Ho disceso il fiume Po, dalla sorgente verso il mare. Come altri viaggiatori illustri, Zavattini, Soldati, come l’anno scorso Paolo Rumiz. A differenza di Rumiz ho deciso di fare tappa a Ferrara.
Di questa città, che conoscevo bene, di recente avevo sentito delle cose strabilianti. Ho voluto convincermene in prima persona. Ho ormeggiato la mia barca alla Canottieri di Pontelagoscuro.
Il posto mi era stato consigliato da un blog di viaggio su internet. Questo blog nel giro di poco tempo è diventato uno strumento indispensabile per i tanti che seguono il corso del grande fiume. Un avventura che è diventata forse fin troppo di moda.
Il blog ospita le voci di chi vuole condividere le sue esperienze di viaggio. Con la canoa, la zattera, lo yacht, il gozzo, la nave da crociera, il pedalò. Ma anche a piedi, sul percorso di Sant’Antonio, in bicicletta, in macchina, in moto, con i pattini, in risciò, a cavallo.
Sono arrivato di sera. Lo storico club Canottieri in riva al Po mi ha accolto con tanta ospitalità. E’ diventata una vera finestra della città di Ferrara sul grande fiume. Uno snodo turistico intermodale di eccellenza con attracchi, campi sportivi, centro di pesca e sport acquatici, piscina, nolo bici, tappa fondamentale sulla ciclabile Destra Po.
Ho cenato benissimo e in ottima compagnia al “555 – Il Ristoro della Canottieri”. Ho dormito in tenda di fianco ad un altra tenda di una coppia di austriaci che andavano da Bolzano a Venezia in canoa. Scendendo per l’Adige, il Lago di Garda, il Mincio, il Po. La mattina un tuffo in piscina e poi ho ripreso la navigazione. Per il centro di Ferrara risalendo fino alla conca di Pontelagoscuro.
Ho visto qualche bel ristorante galleggiante sotto un ponte e lì vicino una draga che lavora in questo tratto del fiume per garantire la navigabilità tutto l’anno. Poi sono entrato in conca. Le porte gigantesche si sono alzate ad abbassate come per magia, telecomandate, senza alcun rumore, come dei sipari di teatro. Appena uscito si è aperto un ampio bacino di acqua con una piccola darsena recentemente inaugurata.
Lo specchio d’acqua pullulava di ragazzi in canoa che facevano i loro allenamenti. In fondo sul prato vi era un’aula didattica fatta di legno che tutto l’anno accoglie scolaresche e altri gruppi di turisti prima che salgono a bordo di qualche piccola nave passeggeri. In banchina vi erano ormeggiate alcune house boat a noleggio e un rifugio fluviale galleggiante.
Avrei voluto passare la notte lì, – mi era stato consigliato – ma era già occupato, da un padre con suo figlio. Erano scesi anche loro in canoa lungo il fiume, da Como, seguendo l’Adda e poi il Po. Anche loro diretti a Venezia. Ho parlato con loro. Un viaggio iniziatico di un padre con un figlio, in crisi di identità.
Ho incrociato poi una flotta di cinque gommoni rossi con scritto su Ascona – Venezia punto org e abbiamo scambiato qualche saluto di buon viaggio. Il Lago Maggiore, l’Adige, l’Adda, i Navili di Milano … E’ vero, le vecchie vie d’acqua si stanno riaprendo una a una, e dove la via d’acqua è interrotta si trascina la barca per terra come Fitzcarraldo. C’è persino chi fa rafting lungo i navigli di Bologna, scende poi il fiume Reno fino a Traghetto e risale l’antico Po di Primaro fino a Ferrara….
Ho lasciato la conca dietro a me e mi sono immesso nell’Idrovia Ferrarese seguendo un battellino che fa servizio di linea fra Pontelagoscuro e l’Isola di San Giorgio. Un po’ come i battelli a Roma sul Tevere. Da subito si avverte che Ferrara ad un certo punto ha capito l’importanza e il valore delle vie d’acqua.
Negli anni ottanta, le antiche mura della città estense sono state trasformate in un meraviglioso parco pubblico che oggi fa parte del patrimonio dell’Unesco. Adesso, dopo una serie di investimenti importanti, anche i canali suburbani fanno parte di questo circuito verde, che protegge la città da ulteriori espansioni smisurate.
Sugli argini vi sono percorsi pedonali e piste ciclabili di notte ben illuminati. Insieme alla Destra Po e le vie del Parco Urbano formano degli itinerari circolari fantastici in mezzo al verde. I tre ponti sotto i quali devo passare, sono moderni, si, ma costruiti con criterio e senso per la giusta dimensione. L’acqua sotto la chiglia sembra abbastanza pulita. Ne sono prova non solo diverse specie di uccelli acquatici rari ma anche piante quali ninfee, fiori di loto e castagne d’acqua.
Alla fine del rettilineo del canale, prima di immettermi nel Po di Volano, vedo sulla sinistra attraccata ad un pontile nuovo una nave da crociera. Ha portato una comitiva di americani da Mantova fin qui e quasi quasi da lì possono arrivare in piazza a piedi.
Vedo che il progetto Idrovia, finanziato dalla Comunità Europea, che doveva portare sul Po di Volano le bettoline, è riuscite invece a creare un nuovo indotto turistico. Mi dicono che di queste navi da crociera ormai se ne vedono almeno due alla settimana.
Non poteva essere altrimenti. La provincia di Ferrara ha una rete di vie navigabili interne di più di duecentoventi chilometri. Sono pochissime poi le città in Italia che hanno una darsena così centrale rispetto al centro storico come la città degli Estensi. Andando a 10 nodi all’ora in 5 ore si è a Porto Garibaldi, in 6 a Mantova e in 8 in Piazza San Marco a Venezia. Quali possono essere condizioni migliori per un turismo veramente sostenibile?
Se dalla darsena partite verso est vedete subito a 800 metri di distanza il campanile della cattedrale e le torri del castello. La direzione è sempre quella in cui guardarono gli ospiti illustri della corte estense, quando venivano accolti sull’Isola di Belvedere in mezzo al fiume Po. Vedevano davanti a se Ferrara, una città d’acqua!
Sono giunto in città anch’io. Ormeggio la mia barca di fianco a tante altre barche, di tutti i tipi. C’è gente, che passa la stagione estiva con la barca al mare e d’inverno la riporta qui, ci sono pescatori, ragazzi giovani e nonni con i loro nipotini, che vanno in barca ma non vanno molto lontano, ci sono turisti di passaggio, che vengono da Chioggia, da Cremona, da Ancona per una sosta di uno o due giorni.
C’è qualche imprenditore che invita a partire con una house boat da qui per un weekend in mezzo alla campagna ferrarese. Vi sono percorsi di vario tipo, passando per le chiuse, per fiumi immersi nel verde, in mezzo alle città d’arte, per le valli, e fino al mare. Ognuno è dotato della segnaletica giusta, dei fondali sufficienti, di attracchi, a loro volta dotati di servizi per la nautica, piccoli ristoranti, nolo biciclette, qualche negozio.
Mi sono informato su tutto e se non ne avessi visto già una piccola parte, venendo dalla Canottieri fino in città, avrei fatto fatica a crederci. Ho percepito la darsena di Ferrara come un nuovo fulcro dello sviluppo della città, come centro speculare rispetto alla Canottieri, un’altra finestra sul fiume, no, scusate, piuttosto una finestra sul canale.
Conoscevo bene Ferrara e mi è sempre sembrata a dimensione umana. Arrivandoci in barca ne ho scoperto un volto nuovo, sorprendente e sempre a dimensione umana.
Domani riparto. Vado anch’io fino a Venezia.